Amalia Ercoli Finzi è quel che si dice una gran donna, purtroppo non famosa come meriterebbe. Sotto la sua apparenza da innocua nonnina, si nasconde uno dei più bei cervelli che l’astronautica mondiale abbia mai posseduto. Il suo ultimo lavoro è stato la responsabilità dello strumento con il quale siamo riusciti a trivellare una cometa: ne avevamo parlato, a suo tempo.
Ora continua a lavorare al Politecnico di Milano, ma ogni tanto si permette qualche lezione un po’ più divulgativa, come quella che vi allego qui sotto. Dura un’ora abbondante, quindi postazione comoda e schermo grande. Obbligatorio per le terze, ma gradevole per tutti. Buona visione!
La scorsa estate, in occasione del cinquantenario dello sbarco sulla Luna, il benemerito Alberto Angela ha realizzato uno speciale di Ulisse: il piacere della scoperta, che racconta nei dettagli quella che senza alcun dubbio è stata la più grande impresa nella storia dell’umanità. Sono abbastanza convinto che tra 10.000 anni nessuno insegnerà più agli studenti le due guerre mondiali, o la formazione dell’Unione Europea, ma i nomi di Neil Armstrong e Buzz Aldrin saranno scritti a grandi caratteri in tutti i libri di Storia.
Vi avrei proposto questo documentario in classe, ma viste le circostanze potete tranquillamente guardarvelo a casa. Ditelo anche ai genitori, e ai nonni. E fatevi raccontare.
Oggi la missione Rosetta arriva sul suo bersaglio, la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko: quindi oggi c’è l’accometaggio. Sì, se sulla Terra si atterra, se sulla Luna si alluna, se su Marte si ammarta, allora su una cometa si deve accometare.
Il viaggio è durato dieci anni, per un percorso di oltre 6 miliardi di kilometri; al momento Rosetta si trova “solo” a mezzo miliardo di kilometri da Terra, il che ci fa capire che non è stato proprio un percorso rettilineo.
A differenza dei casi precedenti, una cometa ha una gravità trascurabile, quindi non si può pensare di cadere con stile su di essa. Bisogna avvicinarsi lentamente, ma la cometa e la sonda sono entrambe velocissime: “lentamente” significa che occorre inseguire la cometa ad una velocità di poco superiore, fino a raggiungerla. Una volta raggiunta, bisogna arpionarla, come si farebbe con una balena, stando attenti che il rinculo causato dagli arpioni non mandi tutto a monte. Poi ancorarsi con trapani e tasselli. Il tutto in maniera automatica, perché i segnali radio impiegano mezz’ora ad arrivare sulla Terra, quindi non c’è modo di controllare alcunché: accadrà quello che deve accadere, e mezz’ora dopo lo sapremo.
Qui metto un bel filmato, in inglese (ma se volete ci sono i sottotitoli in tedesco)
L’accometaggio è previsto per oggi pomeriggio verso le 16. Se volete seguirlo in diretta — cioè, come si diceva poco sopra, la registrata di mezz’ora — potete seguire questo link, oppure sintonizzarvi su RaiScuola sul canale 146 del digitale terrestre.
Notando che molti di voi si sono persi l’avventura di Curiosity, segnalo solo alcuni filmati per regalarvi un po’ dell’emozione che ho provato io.
Per cominciare, un breve cartone animato che dà un’idea del viaggio, e del perché per andare su Marte non si debba lanciare il razzo “verso” Marte. È in inglese, come gli altri filmati, ma potete attivare i sottotitoli cliccando sull’apposita icona in basso. Lo so, anche i sottotitoli sono in inglese: non vorrete mica dirmi che avete problemi con l’inglese, vero?
Il secondo filmato spiega come si può far ammartare — sulla Terra si atterra, sulla Luna si alluna, su Marte si ammarta — un oggetto come Curiosity, che ha la stazza di una grossa automobile. La NASA ha chiamato questa procedura “i sette minuti di terrore”. Questo guardatevelo sullo schermo grande, possibilmente in HD:
Infine, un filmato che spiega in modo semplice come è andata a finire, e perché vi siete persi qualcosa di importante:
Per seguire in tempo quasi reale il lavoro di Curiosity, c’è l’apposito sito della NASA. Se siete appassionati di Facebook, cercate “NASA’s Curiosity Mars Rover”.